martedì 14 maggio 2024

TeatroBasilica "Matteotti" di Maurizio Donadoni

 In occasione del centenario dell'assassinio di Giacomo Matteotti, uno degli episodi più drammatici e simbolici della storia italiana, il TeatroBasilica ospita dal 15 al 19 maggio 2024 il documentario teatrale "Matteotti", scritto e interpretato da Maurizio Donadoni, con la regia di Paolo Bignamini. Questo spettacolo, prodotto dal Teatro de Gli Incamminati / DeSidera, si pone l'obiettivo di raccontare e riflettere su una figura che, con il suo coraggio, ha lasciato un segno indelebile nella lotta per la democrazia e contro il fascismo.



Donadoni, attore di grande esperienza, costruisce un racconto che va ben oltre i fatti storici, offrendo uno spaccato intimo e umano della vita di Giacomo Matteotti. Deputato socialista, Matteotti venne rapito e brutalmente assassinato il 10 giugno 1924 da un gruppo di fascisti comandati da Amerigo Dumini. Il suo omicidio segnò un punto di svolta nella storia d'Italia, alimentando un'ondata di indignazione che avrebbe potuto scuotere il regime, ma che fu abilmente disinnescata da Benito Mussolini, il quale dichiarò di assumersi la piena responsabilità politica dell'accaduto.

Lo spettacolo si articola in cinque capitoli, ripercorrendo la vita politica e personale di Matteotti: dalle sue battaglie contro il fascismo e a favore dei diritti dei contadini del Polesine, al suo profondo legame con la famiglia, fino alle incomprensioni con i compagni di partito per via del suo status di borghese. La rappresentazione non si limita a una mera cronaca dei fatti, ma scava nelle emozioni e nelle contraddizioni di un'epoca che ha visto sorgere il totalitarismo in Italia.

Un aspetto fondamentale di questa produzione è il contributo scenografico degli studenti dell'Accademia di Brera, coordinati da Edoardo Sanchi, che hanno curato le scene e i costumi. Questo coinvolgimento dà vita a un allestimento scenico essenziale e rigoroso, in cui la sobrietà delle forme e dei materiali permette al racconto di emergere con forza e autenticità.

La consulenza musicale di Paolo Meinardi arricchisce la narrazione con brani dell'epoca: dalle marce fasciste agli stornelli, dalle canzoni d'amore diffuse dalla neonata radio ai primi esperimenti di musica d'avanguardia, ogni suono evoca il clima culturale e sociale del tempo, amplificando il contrasto tra la crudezza dei fatti e la vibrante umanità di Matteotti.

Con un solo attore in scena, lo spettacolo si trasforma in un dialogo intenso tra passato e presente, sollevando una domanda cruciale per gli spettatori: "Che valore ha, per noi, oggi, la democrazia?". Il racconto diventa così un invito a riflettere sull'attualità delle battaglie di Matteotti, in un contesto in cui la memoria storica rischia di svanire e i valori democratici di essere messi in discussione.

"Matteotti" è un’opera che tocca corde profonde, non solo per la forza del suo protagonista, ma per il modo in cui riesce a intrecciare la grande Storia con le storie personali, mostrando come la vita di un uomo possa diventare simbolo di un’intera nazione.

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