sabato 18 maggio 2024

La "Maria Brasca" di Giovanni Testori in scena al Teatro Vascello: un inno alla passione e alla vita

Dal 21 al 26 maggio 2024, il Teatro Vascello ospiterà una delle opere più amate di Giovanni Testori: La Maria Brasca. Sotto la sapiente regia di Andrée Ruth Shammah, lo spettacolo promette di riaccendere l’energia e la forza che caratterizzano il personaggio centrale, interpretato dall'attrice Marina Rocco, affiancata da un cast d'eccezione composto da Mariella Valentini, Luca Sandri e Filippo Lai.



La protagonista ribelle di Testori

Marina Rocco, nei panni di Maria Brasca, dà vita a una figura femminile che incarna appieno la ribellione e la passione senza compromessi. Maria è una donna determinata, emancipata, che sfida le convenzioni e si lascia guidare dall'amore per la vita. Al suo fianco, Mariella Valentini interpreta la sorella Enrica, Luca Sandri il cognato Angelo, e Filippo Lai il giovane amante Romeo, completando un quadro familiare complesso, dove le dinamiche relazionali oscillano tra conflitto e tenerezza.

La regista Andrée Ruth Shammah sottolinea come Testori abbia creato con Maria Brasca un personaggio unico e vincente: «Maria grida al mondo la potenza della passione, l'amore per la vita vissuta fuori da ogni costrizione, convenzione o compromesso». Una figura forte, che si distingue tra i personaggi femminili del teatro di prosa per la sua vitalità e il coraggio di affermare la propria felicità, un concetto raro nella drammaturgia testoriana.

Un legame storico tra teatro e autori

La messa in scena di La Maria Brasca ha radici profonde nella storia del teatro italiano. Dopo l'interpretazione di Franca Valeri negli anni Sessanta al Piccolo Teatro, diretta da Mario Missiroli, lo spettacolo trovò una nuova vita nel 1992 grazie alla regia di Shammah, con Adriana Asti come protagonista. Ora, nel centenario della nascita di Testori, Shammah sente l'urgenza di riproporre questo testo, lasciando il testimone a Marina Rocco, perfetta interprete del ruolo dopo aver lavorato con la regista in produzioni come Gl’innamorati di Goldoni e Casa di Bambola di Ibsen.

Un’opera più che mai attuale

A trent’anni dalla prima edizione di Shammah e a ventitré dalla ripresa, La Maria Brasca torna sul palcoscenico con una rinnovata forza, attuale nel suo messaggio e nel suo invito a vivere le passioni con fiducia e leggerezza. Il testo vibra tra piacere e turbamento, culminando in un dialogo diretto al pubblico, esortandolo a non arrendersi, a difendere la propria vita e le proprie aspirazioni.

Shammah è affascinata dalla tenacia di Maria Brasca nel parlare di felicità, un tema inusuale nel teatro di Testori e raramente affrontato con tanta intensità nella drammaturgia contemporanea. La regista vede in questo ritorno al testo un monito per il futuro, un’esplosione di energia che non smette di incantare.

Una messa in scena raffinata

Le scene dello spettacolo sono firmate da Gianmaurizio Fercioni, uno dei più celebri scenografi italiani, che in questi 50 anni di carriera ha saputo creare atmosfere indimenticabili. Le musiche di Fiorenzo Carpi e i costumi di Daniela Verdenelli completano la produzione, arricchendola di dettagli evocativi.

Inoltre, la prima del 21 maggio sarà seguita dall’incontro “Quèl” imperdibile Testori, che vedrà la partecipazione di Andrée Ruth Shammah e Giuseppe Frangi, presidente dell’Associazione Giovanni Testori. Questo evento offrirà al pubblico l’occasione di approfondire il legame tra la produzione testoriana e l’evoluzione del teatro contemporaneo.

Un omaggio al genio di Testori

Nel centenario della nascita di Giovanni Testori, La Maria Brasca è più che un semplice spettacolo: è un tributo alla parola che si rinnova costantemente, alla vita e all’amore per il teatro. L'opera, insieme a I Promessi sposi alla prova, anch'essa parte delle celebrazioni, mette in luce la continuità e la potenza creativa di Testori, capace di trasformare ogni volta la parola in una nuova esperienza.

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martedì 14 maggio 2024

TeatroBasilica "Matteotti" di Maurizio Donadoni

 In occasione del centenario dell'assassinio di Giacomo Matteotti, uno degli episodi più drammatici e simbolici della storia italiana, il TeatroBasilica ospita dal 15 al 19 maggio 2024 il documentario teatrale "Matteotti", scritto e interpretato da Maurizio Donadoni, con la regia di Paolo Bignamini. Questo spettacolo, prodotto dal Teatro de Gli Incamminati / DeSidera, si pone l'obiettivo di raccontare e riflettere su una figura che, con il suo coraggio, ha lasciato un segno indelebile nella lotta per la democrazia e contro il fascismo.



Donadoni, attore di grande esperienza, costruisce un racconto che va ben oltre i fatti storici, offrendo uno spaccato intimo e umano della vita di Giacomo Matteotti. Deputato socialista, Matteotti venne rapito e brutalmente assassinato il 10 giugno 1924 da un gruppo di fascisti comandati da Amerigo Dumini. Il suo omicidio segnò un punto di svolta nella storia d'Italia, alimentando un'ondata di indignazione che avrebbe potuto scuotere il regime, ma che fu abilmente disinnescata da Benito Mussolini, il quale dichiarò di assumersi la piena responsabilità politica dell'accaduto.

Lo spettacolo si articola in cinque capitoli, ripercorrendo la vita politica e personale di Matteotti: dalle sue battaglie contro il fascismo e a favore dei diritti dei contadini del Polesine, al suo profondo legame con la famiglia, fino alle incomprensioni con i compagni di partito per via del suo status di borghese. La rappresentazione non si limita a una mera cronaca dei fatti, ma scava nelle emozioni e nelle contraddizioni di un'epoca che ha visto sorgere il totalitarismo in Italia.

Un aspetto fondamentale di questa produzione è il contributo scenografico degli studenti dell'Accademia di Brera, coordinati da Edoardo Sanchi, che hanno curato le scene e i costumi. Questo coinvolgimento dà vita a un allestimento scenico essenziale e rigoroso, in cui la sobrietà delle forme e dei materiali permette al racconto di emergere con forza e autenticità.

La consulenza musicale di Paolo Meinardi arricchisce la narrazione con brani dell'epoca: dalle marce fasciste agli stornelli, dalle canzoni d'amore diffuse dalla neonata radio ai primi esperimenti di musica d'avanguardia, ogni suono evoca il clima culturale e sociale del tempo, amplificando il contrasto tra la crudezza dei fatti e la vibrante umanità di Matteotti.

Con un solo attore in scena, lo spettacolo si trasforma in un dialogo intenso tra passato e presente, sollevando una domanda cruciale per gli spettatori: "Che valore ha, per noi, oggi, la democrazia?". Il racconto diventa così un invito a riflettere sull'attualità delle battaglie di Matteotti, in un contesto in cui la memoria storica rischia di svanire e i valori democratici di essere messi in discussione.

"Matteotti" è un’opera che tocca corde profonde, non solo per la forza del suo protagonista, ma per il modo in cui riesce a intrecciare la grande Storia con le storie personali, mostrando come la vita di un uomo possa diventare simbolo di un’intera nazione.

lunedì 13 maggio 2024

"NOI GIUDA" al Teatro Parioli: un Giuda mai visto prima

Dal 15 al 26 maggio, in prima nazionale al Teatro Parioli – Costanzo di Roma, Massimo Ghini sarà protagonista di NOI GIUDA, un'opera innovativa scritta e diretta da Angelo Longoni, che esplora una figura storica e religiosa tra le più controverse: Giuda Iscariota. Prodotta dal Teatro Parioli, questa pièce promette di mettere in discussione le nostre convinzioni secolari e di ridefinire la percezione del traditore più famoso della storia.

Giuda, l’eterno traditore o semplice esecutore di un disegno divino?

Nella tradizione cristiana, Giuda è sinonimo di tradimento e ambiguità. È colui che ha venduto Gesù per trenta denari, dando avvio alla Passione e, di conseguenza, alla crocifissione, evento cardine della fede cristiana. Ma c'è davvero solo questo nel racconto di Giuda? La sua figura è condannata a restare per sempre incatenata al ruolo di traditore, o c’è spazio per una rivalutazione?


Angelo Longoni, con NOI GIUDA, ci invita a guardare oltre questa semplice etichetta. Giuda, secondo Longoni, è l’essere umano con tutte le sue contraddizioni, mentre Gesù rappresenta la perfezione divina. Tuttavia, senza il tradimento, non ci sarebbe stata la morte di Cristo né la diffusione del messaggio di Dio. Paradossalmente, Giuda potrebbe essere considerato come l’esecutore inconsapevole di un piano divino. Ma se così fosse, come possiamo definirlo colpevole?


Un Giuda diverso: ironico, umano e alla ricerca della sua verità


In NOI GIUDA, il personaggio, interpretato da un carismatico Massimo Ghini, decide di tornare tra noi per raccontare la sua versione dei fatti, stanco di essere additato da due millenni come il simbolo del male assoluto. In una "conferenza" immaginaria, Giuda si confronta con il pubblico, usando il linguaggio e gli strumenti del nostro tempo per riflettere sulla sua figura e sulle sue azioni.


L'opera non intende sminuire la fede, anzi, parte da una base documentaria rigorosa e rispettosa della tradizione cristiana. Tuttavia, Giuda mette in luce le incongruenze narrative che circondano la sua storia, cercando di smontare il movente che gli è stato attribuito. Perché proprio trenta denari? Perché un Messia così diverso da quello che si aspettava? E, infine, esiste un suo Vangelo che il mondo non ha mai ascoltato?


Ghini, nei panni di questo Giuda ironico e riflessivo, riesce a trasmettere un senso di tenerezza e umanità, creando un ponte tra il pubblico e un personaggio storicamente disprezzato. Non si tratta del Giuda maligno e subdolo a cui siamo abituati, ma di un uomo che, con lucidità e sarcasmo, cerca di difendere la propria reputazione, ponendosi come un investigatore della sua stessa storia.


Un'opera che invita alla riflessione


NOI GIUDA non è solo uno spettacolo teatrale, ma un invito a riflettere su temi universali come il tradimento, la colpa e il perdono. Giuda, nonostante tutto, non accetta di essere ridotto al ruolo di capro espiatorio dell’umanità. Anzi, attraverso questa pièce, chiede una riabilitazione morale. E forse, dopo aver assistito alla sua versione dei fatti, il pubblico sarà spinto a guardare questo personaggio con occhi nuovi.



Angelo Longoni, con la sua scrittura incisiva e la regia attenta, riesce a fondere storia, religione e ironia, creando uno spettacolo che sfida il pensiero comune e spinge lo spettatore a interrogarsi sul vero significato del tradimento e della fede.


Massimo Ghini, con la sua interpretazione, dà vita a un Giuda complesso, pieno di sfumature e umanità, dimostrando ancora una volta il suo talento nell'affrontare ruoli profondi e impegnativi. Lo spettacolo sarà in scena fino al 26 maggio al Teatro Parioli, offrendo al pubblico un’occasione unica per confrontarsi con un racconto affascinante e provocatorio.


Una produzione che non lascerà indifferenti, portando sul palco questioni antiche e sempre attuali con un linguaggio moderno e accessibile, che rispetta la tradizione ma osa metterla in discussione.

martedì 7 maggio 2024

Interno Camera al Teatro Tor Bella Monaca

Dal 9 all’11 maggio al Teatro Tor Bella Monaca va in scena “Interno Camera”  uno spettacolo scritto e interpretato da Paola Giglio affiancata in scena da Matteo Prosperi, per la regia di Marcella Favilla



La compagnia Giglio / Prosperi porta sul palcoscenico una storia tragicomica e fortemente attuale, in cui il “male del secolo”, la depressione, viene raccontato e vissuto da due trentenni troppo precari in un mondo troppo veloce. La coppia, nel tentativo di realizzare le proprie ambizioni, lotta inerme contro un’estrema stanchezza, bloccata tra la depressione e la paura di non andare da nessuna parte.

Marta è una scrittrice alle prese con il suo primo romanzo e per vivere scrive contenuti trash su un sito internet. Pietro non riesce a dormire, si è licenziato dal suo impiego di pony bike perché ha rischiato di finire sotto a un camion e da allora ha iniziato ad andare pianissimo, guadagnando molto poco. Dottorando in filosofia, scrive da anni una tesi sulla ‘lentezza come valore nella vita frenetica di inizio millennio’, ma non riesce a finirla.

«La necessità di fermarsi, di rallentare – dichiara l’autrice e interprete Paola Giglio – è un tema riemerso soprattutto tra le nuove generazioni, con il Covid e con la Great Resignation, ma anche più recentemente ne hanno parlaton personaggi famosi come l’atleta diventata leggenda Simone Biles, che prima di riscendere in campo si è presa una pausa di tre anni per dedicarsi alla cura di sé e della sua famiglia, o il cantante Sangiovanni, che per via della depressione ha rimandato l’uscita del suo nuovo albumIn una società in cui lo sfinimento è un valore, prova che si è compiuto il proprio dovere, l’atto di fermarsi per ritrovare il punto interiore che definisce chi si è costa più fatica che continuare a correre».


Il testo dello spettacolo è stato scelto nel 2018 da Lucia Calamaro per il progetto laboratoriale “SCRITTURE”. In seguito, la compagnia Giglio / Prosperi ha vinto nel 2021 il bando Artefici/Residenze Artistiche FVG di Artisti Associati debuttando con lo spettacolo finito nel luglio dello stesso anno alla IX edizione del Venice Open Stage di Venezia.


9 - 11 maggio 

Teatro Tor Bella Monaca 

ore 21

Interno Camera

scritto e interpretato da 

Paola Giglio Matteo Prosperi

regia di

Marcella Favilla


 

La madre di Eva al Teatro Parioli

Debutta il prossimo 10 maggio al  Teatro Parioli lo spettacolo La Madre di Eva, tratto dal romanzo di Silvia Ferreri, per adattamento e regia di Stefania Rocca, con la consulenza Artistica di Luciano Melchionna. Sul palco Stefania Rocca e Bryan Ceotto / Simon Sisti Ajmone.



Lo spettacolo La Madre di Eva è un percorso tra due generazioni per riconoscere la diversità come un valore.

Che cosa vuol dire essere madre? Nessuno nasce genitore e nessuna donna nasce madre. L’unica, vera, possibile guida è l’amore, uno scambio continuo tra genitori e figli, in un ascolto reale e sincero tra

generazioni. “La madre di Eva” è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Ferreri, finalista al premio Strega nel 2018. 

È la storia, toccante e contemporanea, di una madre che parla a sua figlia – lei l’ha sempre considerata una femmina – in una clinica di Belgrado, mentre al di là del muro, stanno preparando la sala operatoria e i dottori tracciano linee verdi sul corpo nudo di Alessandro, per permettergli di realizzare, finalmente, il suo desiderio: “prima dei miei diciotto anni voglio sottopormi all’intervento che mi renderà quello che sono davvero: un uomo”. 

In un dialogo surreale senza risposte, sospeso tra l’immaginato e il reale, la madre racconta la loro vita fino a quel momento. Un viaggio costellato di amore e odio, sensi di colpa, paure, desideri e speranze. Madre e figlio sono le facce di una società che evolve e non dà tempo, ci spiazza e ci rende soli. Con questo spettacolo, voglio raccontare il forte contrasto generazionale e le tematiche transgender dal punto di vista di chi ne è fisicamente coinvolto ed anche di chi, in quanto genitore, sente il dovere di proteggere “la sua creatura”, con il timore delle discriminazioni che la società spesso riserva a coloro che perseguono un percorso di transizione.

lunedì 6 maggio 2024

Antonello Costa è Il principe del varietà

 Al Nuovo Teatro Orione dal 10 maggio 2024 va in scena  Antonello Costa in "Il principe del varietà", uno spettacolo che è anche un tributo ai simboli della comicità - da Petrolini a Sordi - quei volti così familiari entrati nella case degli italiani, che sono rimasti impressi nel cuore. 

E’ questo lo spirito che anima lo spettacolo “Il principe del varietà”, pronto al debutto il 10 maggio 2024 (e fino al 12 maggio) al Nuovo Teatro Orione di Roma per poi partire in tournée, con cui il protagonista Antonello Costa intende omaggiare i grandi artisti senza tempo che hanno ispirato la sua carriera, tra i quali: Ettore Petrolini, Aldo Fabrizi, Nino Manfredi, Alberto Sordi, Claudio Villa, Franco Califano ed altri. Un viaggio tra parole e note che porterà sul palco alcuni numeri originali di Costa con diverse tecniche di comicità: il mimo, la caratterizzazione, la canzone comica, il numero cantato e ballato, la macchietta, il tributo, lo sketch, il tormentone, la parodia e tante altre apprese proprio dai celebri personaggi.

 
La cosa straordinaria è che a tutte queste tecniche darà sempre vita il talento di Antonello Costa, da anni considerato uno degli artisti più originali ed eclettici dello spettacolo italiano, che sul palco sarà accompagnato come in un varietà d’altri tempi da una spalla, Gianpiero Perone, da una soubrette, la sorella Annalisa Costa, e da un corpo di ballo. La prima partecipazione di Antonello a uno spettacolo teatrale risale a marzo 1987. Quest’anno “compirà” 37 anni di carriera, nei quali ha accumulato quasi 4 mila spettacoli, più di 2 milioni di km, 35 spettacoli di varietà, oltre 120 numeri di repertorio, e così Costa per coinvolgere la platea in una vera festa ha deciso rendere il pubblico “giudice”. Seduti dalla poltroncina rossa gli spettatori potranno semplicemente inquadrare con il proprio telefonino il Qrcode presente in teatro e scegliere il gran finale. Nuovo Teatro Orione via Tortona 7 Info e prenotazioni 3388352217

Star Wars - L'impero colpisce ancora in concerto

Due date da non perdere per gli appassionati di Star Wars, l'11 (ore 15) e il 12 maggio (ore 20,30) quando l'Auditorium Conciliazione (Via della Conciliazione, 4) ospita - nell'ambito di Roma Film Music Festival - un doppio appuntamento con Star Wars - L'impero colpisce ancora" per una proiezione - concerto che vedrà un cineconcerto che accompagna la proiezione del capitolo della saga più amato da sempre con la colonna sonora suonata dal vivo eseguite dall'Orchestra Italiana, diretta dal Maestro Ernst van Tiel  e composta da oltre 80 elementi. Il tutto in perfetto sincrono con le immagini, così come  per il film “007 Skyfall In Concert” andato in scena il mese scorso.  

Lo spettacolo arriva, a grande richiesta, dopo che due anni fa, sempre a Roma, è stata eseguita, con la stessa modalità, la colonna sonora del primo capitolo della saga. Lo scorso weekend, in occasione dello Star Wars day, lo spettacolo è stato proiettato (per la prima volta) a Milano.


sabato 4 maggio 2024

I Cameristi di Santa Cecilia a Tor Vergata

 I Cameristi di Santa Cecilia, un gruppo formato da alcuni dei migliori elementi dell’orchestra romana, tra cui varie “prime parti” soliste, suonerà musiche di Vivaldi, Mozart e Devienne nel concerto di Roma Sinfonietta di mercoledì 8 maggio alle 18.30 all’Auditorium Ennio Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).



Il concerto si aprirà e si chiuderà con Antonio Vivaldi: prima la Sonata in la minore Rv 86 per flauto e fagotto con il basso continuo realizzato dagli strumenti ad arco e poi il Concerto in sol maggiore Rv 545 per flauto, fagotto, archi e cembalo. L’insolita combinazione di flauto e fagotto, cioè il più acuto e il più basso dei legni tradizionali dal timbro diversissimo e apparentemente non amalgamabile, non è un ostacolo ma uno stimolo per la geniale inventiva e lo straordinario senso del colore del Prete Rosso. Al centro del concerto ecco Wolfgang Amadeus Mozart col suo Quartetto per flauto e archi n. 1 in re maggiore, K 285, composto a ventuno anni nel 1777: è un capolavoro assoluto per la bellezza delle idee melodiche e la limpidezza della forma e supera le convenzioni dello stile galante allora imperante, segnando un momento fondamentale per la piena affermazione della personalità dell’allora ventunenne Wolfgang. Completa il programma il Quartetto per fagotto, violino, viola e violoncello in sol minore, op. 73 n. 3 del francese François Devienne, che oggi è poco noto ma fu tra i più famosi compositori pei della seconda meta del Settecento, specializzato nella musica per strumenti a fiato, un campo in cui la Francia allora primeggiava.

I Cameristi di Santa Cecilia nascono dalla stima reciproca dei musicisti e dal loro comune desiderio di affrontare il repertorio da camera con l’affiatamento e l’intesa che vengono dal loro impegno quotidiano nell’orchestra romana. I suoi componenti svolgono un’intensa attività, solistica e cameristica, collaborando con importanti orchestre e suonando nelle più importanti sale da concerto del mondo: sono Andrea Oliva primo flauto solista, Andrea Zucco primo fagotto solista, Elena La Montagna violino, Ingrid Belli violino, Stefano Trevisan concertino delle viole, Carlo Onori concertino dei violoncelli. Come gruppo hanno debuttato nel 2015 con uno strepitoso successo al Palau de la Musica di Barcellona e da allora hanno suonato in Italia e in vari paesi europei.

Prima del concerto Anna Rollando introdurrà all’ascolto delle musiche in programma.  

Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti personale universitario e over 65; € 5,00 studenti. I biglietti si possono acquistare presso Roma Sinfonietta (telefono 06 3236104 – email: romasinfonietta@libero.it) o presso l’Auditorium Ennio Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” a partire da un’ora e mezza prima del concerto.

Hip Hop Cinefest

 Al venerdì 10 e sabato 11 maggio a Roma, la quarta edizione di Hip Hop Cinefest. L’unico evento italiano e uno dei cinque al mondo dedicato alle storie scritte, prodotte e dirette da amanti della cultura Hip Hop, passando per tutti i generi cinematografici compresi quelli sperimentali. La forte vocazione internazionale dell'Hip Hop Cine Fest conferma l’evento come punto di incontro di culture e idee che arrivano da tutto il mondo



Come nelle passate edizioni, oltre alla proiezione delle opere cinematografiche selezionate, l’evento diventa un forum di discussione sui temi complessi della narrazione culturale attuale. La kermesse, nelle varie attività e azioni di cui si compone, è un laboratorio di creazione, condivisione, ispirazione e sperimentazione che si muove oltre le barriere geografiche, favorendo scambi artistici su scala globale. 

L'Hip Hop Cine Fest esplora le intersezioni tra cinemamusica e le sfide culturali del nostro tempo, celebrando la ricchezza della cultura Hip-Hop e il suo impatto trasformativo nella società. Durante la due giorni, si terranno dibattiti e workshop, con una particolare attenzione ai processi educativi non formali dell'Hip-Hop come strumento pedagogico innovativo. 

Le categorie in gara includono  documentarifictionvideo musicali, e opere sperimentali, sia lunghe che corte.

Per l’edizione 2024 sono stati selezionati 112 progetti provenienti da 26 paesi: 22 documentari lunghi, 19 documentari corti, 6 cortometraggi di finzione, 20 progetti sperimentali, 6 progetti web/seriali e 39 videoclip musicali. 



Per tutte la durata della manifestazione, sarà allestita una mostra d’arte curata dalla galleria Croma e una selezione espositiva dell’Italian Hip Hop Museum

Tutti progetti selezionati saranno trasmessi in streaming gratuito sulla 
piattaforma filmocracy.com dal 29 aprile al 19 maggio.

venerdì 3 maggio 2024

Tris di cuori al Teatro Golden

Il 9 maggio al Teatro Orione debutta Tris di cuoriuna nuova e divertente commedia incentrata su  tutte le sfumature dell'amore. Lo spettacolo, in scena fino al 19 maggio vede i protagonisti - Simone Montedoro, Paola Barale, Mauro Conte e Ilaria Canalini - alle prese con una serie di intrecci e colpi di scena che portano la firma di Toni Fornari (che cura anche la regia dello spettacolo).  



Una squadra, per la prima volta insieme sul palco, che dimostra un grande affiatamento e riesce a dare vita ad una storia fatta di emozioni, rottura di rapporti, divorzi, strascichi amari. Maria Teresa (Paola Barale) scrittrice di romanzi rosa, porta alle estreme conseguenze l’incapacità di scegliere tra due legami differenti. Diventa così Maria moglie di Giorgio (Simone Montedoro) professore di matematica intellettuale vecchio stampo con sfumature decisamente noiose, e allo stesso tempo, per tre giorni alla settimana è Teresa moglie di Danny (Mauro Conte) musicista di belle speranze con zero incisioni, il cui comportamento quotidiano è influenzato dai saggi consigli dello “sciamano” Jim Morrison. 


Sette giorni, due mariti e la certezza che la felicità si raggiunge con un numero perfetto: il tre. D'altronde è proprio quello che l'autrice di romanzi racconta all’amica editrice Sara (Ilaria Canalini) spiegandole che se manca qualcosa in un primo partner si cerca di colmare quel vuoto cercando rifugio tra le braccia di un nuovo uomo. Naturalmente arrivano gli imprevisti e il "castello di bugie" ad un certo punto inevitabilmente crolla vertiginosamente.