Il Malato Immaginario arriva al Teatro Vascello con un testo adattato e riscritto da
Teresa Ludovico, che ne cura anche la regia, che si presenta anche con un ricco calendario di matinée per le scuole (10 euro studenti + omaggio professore), con spettacoli alle 10,30
Una
casa del sud, in un bianco e nero da pellicola neorealista, con
qualche lampo di colore. Una maschera, Pulcinella, espressione di
quell'anima popolare, beffarda, liquida che pervade tutta l'opera di
Molière; uno spirito che entra ed esce dai panni di una serva o di
un fratello e che continuerà la sua recita anche quando si
spegneranno le luci della ribalta.
Un malato brontolone accudito da una
serva petulante e ficcanaso, insolente e fedele come sapevano essere
certe nostre donne, un po' zie un po' comari, un po' tuttofare che
governavano casali, masserie o palazzotti di signori o finti signori.
Una figlia angelica, una moglie perfida, un fratello consigliere, un
giovane innamorato e medici, tanti medici che millantano crediti,
maschere farsesche in un mulinello a volte assordante, una danza
grottesca di quel quotidiano stretto fra le pareti domestiche dove
ogni sussurro si amplifica, dove covano intrighi, dove si fingono
finzioni. E il malato? Imaginaire… Per il malato Argante, "vivere
è essere malati"! Non gli interessa la guarigione, ma quel
mistero che i medici, con la loro presenza, le loro cure, le loro
formule in latino gli promettono. La malattia come bisogno di non
esistere, di addormentarsi, finché tutta la vita sia risucchiata da
quel nulla che aspira all'eternità.
Solo una malattia immaginaria può
proteggere dalla disperazione di vivere. Argante è un solitario e il
suo è un immenso monologo. Forse solo Molière sarebbe potuto essere
il suo interlocutore; infatti, eccezionalmente, viene citato in scena
cancellando così il diaframma tra il teatro e la realtà, tra la
recitazione e la vita. Tra Molière e Argante c'è una relazione
misteriosa e profonda, non è la malattia il loro punto di incontro
ma la comune vocazione immaginaria, la loro separazione dalla realtà.
La musica, negli spettacoli di Molière
era fondamentale, storica la collaborazione con Lully, compositore
italiano di corte, e storica la rottura del loro rapporto in
occasione della messa in scena de Il malato immaginario. Avendo Nino
Rota composto Le Molière imaginaire si è "immaginato" che
i due artisti si incontrino e dialoghino; tre secoli li separano ma
l'arte non conosce tempo e spazio. Un Molière anche per raccontare
l'artista Molière, la vita di chi professa la fede del teatro. Alla
quarta replica de Il malato immaginario, Molière, nella parte di
Argante, volse gli occhi al cielo, perse la parola e rimase soffocato
dalla grande quantità di sangue che gli usciva dalla bocca.
Agli attori era negata la sepoltura in
terra consacrata, a meno che non avessero rinnegato la propria
professione. Fu necessario l'intervento del Re Sole perché potesse
essere inumato, di notte, in un cimitero. Ma avrebbe Molière
rinnegato mai la sua professione? No. Dopo che il morso del teatro ti
ha inciso profondamente, dove ti seppelliscono non conta più. Vita e
scena si mischiano, il tempo dell'arte è un tempo ibridato di
perenne inquietudine, pezzi di personaggi si attaccano alla pelle e
pezzi di pelle leniscono le ferite dei personaggi.
dall'11 al 23 febbraio 2014
Teatro Vascello
sala Giancarlo
NanniVia Giacinto Carini 78
IL
MALATO IMMAGINARIO
ovvero Le Molière imaginaire
regia, adattamento e riscrittura
di Teresa Ludovico
con Augusto
Masiello, Marco Manchisi, Ilaria
Cangialosi, Cristina Mileti, Paolo
Summaria, Michele Cipriani,Daniele
Lasorsaarrangiamenti musicali Michele Di Lallo
spazio e luci Vincent Longuemare
assistente alla drammaturgia Loreta Guario
costumi Luigi Spezzacatene - Artelier Casa d'Arte
musiche di Nino Rota
spazio e luci Vincent Longuemare
assistente alla drammaturgia Loreta Guario
costumi Luigi Spezzacatene - Artelier Casa d'Arte
musiche di Nino Rota
Biglietti
20,00
euro intero – 15,00 euro ridotto –
12 euro studenti e gruppi di
almeno 10 persone
(10 euro matinèe)
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